Nel territorio di Amaroni si trovano i resti di alcune abbazie, edificate dai Basiliani, monaci orientali che s’ispiravano alla regola di San Basilio, arcivescovo di Cappadocia, che ebbero grande influenza anche in occidente tra il V e VI secolo d.C. Osservanti la regola di San Benedetto “ora et labora”, si dedicavano alla preghiera, alla coltivazione dei campi, all’allevamento de bestiame, alle attività artigianali, riuscendo a garantire all’“abbatia”, ossia il luogo in cui vivevano, l’autosufficienza economica.
Badia di San Luca
Certamente era stata costruita fuori dall’attuale centro abitato, nella località che ancora oggi è denominata San Luca, che si estende verso l’entroterra montano dell’area naturalistica “Serra”. L’esistenza della costruzione è testimoniata da volume n. 3149 di Domenico Vendola Rationes Decimarum Italie nei secoli XII e XIV, Città del Vaticano 1939, nel quale si riporta che alla data del 1310 la Badia di S. Luca, ha pagato “tarì 5”, “grani 5”, quali decime al Vaticano.
Santa Maria De Buttade
Di questa costruzione esiste ancora il toponimo; la popolazione anziana di Amaroni ha memoria diretta e indiretta del luogo dove esistevano i ruderi della Chiesa, al confine con il territorio di Girifalco, sulla parte sinistra dell’ex SS. 181, all’altezza di dove oggi sorge l’agriturismo “ Arcobaleno”.
Santa Maria De Plano – Prato
Secondo Il prof. Mario Truglia, sorgeva presso la contrada “S. Maria a Sacchetta”, lungo la strada “Fontana Divina”. Lo stesso Truglia riferisce di aver rinvenuto da ragazzo, insieme a alcuni contadini, resti umani e pietre sepolcrali.
Abbatia di San Nicola delle Magliole – San Luca
L’ Abbatia di S. Nicola delle Magliole (di Vittorito), dell’ordine di San Basilio. era situata sull’altura del Vioterito (Bioterito – Viteorito – Vitaritu). Qui trascorse gli ultimi anni di vita Luca di Melicuccà (morto presumibilmente ad Amaroni nel 1114), un monaco basiliano già ordinato vescovo di Isola per il tipo di vita condotta e gli insegnamenti dispensati. E’ venerato Santo dalla Chiesa Cattolica per i numerosi miracoli compiuti in terra calabrese: la pesca miracolosa (Sibari), il campagnolo spergiuro, la casa liberata dal demonio, il lupo di Squillace, la pioggia benefica Madonna del Faro, l’idropico di Seminara, il monaco di Placa, il miscredente di Galliano. Dell’Abbatia e della morte di S. Luca, molto hanno scritto due insigni studiosi Schirò e Parisi. Domenico Martire, sacerdote cosentino, in CALABRIA SACRA E PROFANA (1877) riporta: <<quale sia detto monastero e quale monte non posso capirlo, sarà stato o verso il suo paese o verso le parti della città ove fu Vescovo. Tra le sei Badie che l’Ughelli vi numera una è quella di S. Nicola De’ Migliota (Migliole), la quale fu monastero dei Basiliani e ritrovasi anche in quella campagna, un campo detto fiorito (fjuredha)>>.
Dagli scritti emerge l’esistenza dell’Abbatia dell’Ordine di San Basilio intitolata a S. Nicola, cui va aggiunto l’appellativo “delle Magliole”, proprio nel territorio di Amaroni, precisamente lungo l’ex Statale 181 per Girifalco. Alla sinistra del viaggiatore, all’altezza del ponte del fiume Ferrera, sono visibili i resti di una costruzione imponente: in alto esiste ancora la chiesa annessa che, secondo credenza, è stata costruita per volere di San Luca, che qui scelse di morire. Nei pressi sorge un campo, detto "fiorito" (fjuredha). Sulla Chiesa esiste adeguata documentazione.
A circa un km da dove sorgeva l’abbazia di San Nicola delle Magliolie, ai piedi di “Majiurizzuni”, sul lato destro, esiste un’altra località, dove sono visibili alcuni ruderi, denominata San Nicola il Vecchio; qui è stato rinvenuto anni addietro un sarcofago in pietra. Si pensa che qui ci fosse il cimitero dell’antica Majiurizzuni.